Un 2016 positivo per le piastrelle di ceramica
Secondo il report di fine anno di Confindustria Ceramica, il 2016 registra una ripresa nelle vendite complessive (+4,6%) del settore, grazie all’aumento dopo anni di flessione della domanda sul mercato italiano (+5,5%) e ad una espansione delle esportazioni (+4,4%). La produzione di ceramica italiana recupera terreno, raggiungendo nel 2016 i 416 milioni di metri quadrati (+5,4%), in crescita di circa 50 milioni di metri quadrati rispetto ai minimi del 2012. Per il biennio 2017-2018, pur in un quadro di complessivo rallentamento, sono attesi consolidarsi questi risultati. La dinamica dei mutui - stanti i bassi tassi di interesse – ha spinto in alto la domanda abitativa e con essa anche l’attività edilizia.
Positive indicazioni emergono dall’esame dei bilanci 2015 delle aziende ceramiche considerate nel loro insieme. Il campione analizzato da BPER mostra un EBITDA di settore pari a 13,4% ed una redditività in grado di generare un apprezzabile flusso di cassa di gestione corrente (469 milioni di euro nel campione analizzato). L’incidenza del circolante sul fatturato si riduce di tre punti percentuali, al 35,3%, grazie a percorsi di efficientemente sul stock di magazzino e alla selezione dei crediti commerciali. Tale aspetto ha determinato un miglioramento nei livelli di capitalizzazione del settore, ora prossimi all’84% del capitale investito.
Il preconsuntivo evidenzia per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica esportazioni nell’ordine di 331 milioni di metri quadrati (+4,4%) e vendite per 85 milioni di metri quadrati sul mercato nazionale (+5,5%). Segno positivo in tutte le aree geografiche dove si registra: per i Paesi NAFTA +5%, Paesi del Golfo e Balcani +4,7%, il Far East +3,3%, Europa Centro Orientale +2,7%, America Latina +2,1% e Nord Africa +1,7%. Tra i paesi più grandi, in calo la Russia (-10%), valore più limitato rispetto a quanto successo negli ultimi anni.
La crescita 2016 appare più consistente nei paesi NAFTA, del Golfo e Balcani, anche se le incertezze politiche ed economiche di alcune aree potrebbero compromettere tali previsioni.