Imprenditoria al femminile, una ricerca di Lapam Confartigianato

E' la mancanza di tempo l'incognita maggiore con la quale deve fare i conti una donna che voglia fare l'imprenditrice in Emilia Romagna.

E' quanto emerge dalla ricerca "Ripartenze: c'è un tempo per ogni cosa ?" svolta da Confartigianato Donne Impresa, che ha coinvolto 160 imprenditrici titolari o socie di imprese emiliano-romagnole mettendo in relazione donne e welfare, inteso come cura della persona (cura di sé, cura degli altri), sanità, education (istruzione e aggiornamento professionale), benessere e impegno sociale.

La maggior quantità di tempo di cura quotidiana dedicata agli altri riguarda i propri figli e i partner. Sul fronte salute oltre l'ottanta per cento delle imprenditrici (84%) utilizza insieme sanità pubblica e privata; in tema di istruzione oltre il 70% sceglie per i figli la scuola pubblica.

Per il proprio aggiornamento professionale negli ultimi 12 mesi ben il 71% ha partecipato a percorsi formativi. In quanto alla ricerca del proprio benessere personale poco meno della metà (45%) svolge attività fisica.

Nonostante questo uso intenso del tempo c'è spazio e molto anche per il sociale: ben il 65% delle donne imprenditrici si dedica al volontariato e ad altre attività di carattere sociale.

A tutta questa attività già svolta viene conferito un altissimo valore personale e identitario, che trova ulteriori spazi disponibili di interesse soprattutto sui temi ambientali.

Le intervistate hanno testimoniato una progressiva riduzione del tempo dedicato alla guida della propria impresa ed alla cura di sé a favore di una quota sempre maggiore di tempo dedicato al welfare famigliare.

Il gap dell'offerta pubblica viene integrato con un ingente ricorso a servizi di privati.

Tale offerta viene vissuta come inadeguata per quanto riguarda cura e sanità, ma anche all'altezza delle aspettative per quanto riguarda cultura e benessere.