Prometeia: rivisti al rialzo i risultati del 2023
Il 2023 è risultato più positivo del previsto, il 2024 dovrebbe essere l'anno peggiore per l'economia modenese, nel 2025 si profila una ripresa. Questi, in sintesi, i risultati dell'elaborazione sugli scenari delle economie provinciali divulgati da Prometeia ad aprile 2024. L'elaborazione del Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena mostra un andamento del valore aggiunto provinciale migliore del previsto nel 2023, mentre il rallentamento maggiore si avrà nel 2024.
L'economia modenese è da sempre molto aperta, cioè la dinamica del valore aggiunto è molto influenzato dall'andamento dell'export, nel 2024 infatti la quota delle esportazioni sul valore aggiunto sarà pari al 61,4%, pertanto, il trend dell'economia mondiale condiziona in modo deciso l'andamento economico della provincia. Nel 2024 è previsto un incremento del pil mondiale pari al 3,1%, migliore della previsione precedente, che rimarrà pressoché stabile nel 2025 (+3,0%). Tra i maggiori partner commerciali delle imprese modenesi, gli Usa cresceranno del 2,4% nel 2024, ma scenderanno all'1,9% nel 2025. L'area euro dopo due anni di stasi nel 2023 e nel 2024 (+0,5%) si riprenderà nel 2025 con un discreto incremento (+1,1%), quando anche la Germania, lievemente negativa per due anni consecutivi, segnerà un +1,2% nel 2025.
Nonostante queste prospettive non troppo espansive, sono stati rivisti al rialzo i risultati dell'economia italiana, con un incremento del pil pari al +1,0% nel 2023, che rallenterà nel 2024 (+0,7%), per poi migliorare nel 2025 (+0,9%).
Anche il valore aggiunto provinciale del 2023 è stato rivisto al rialzo, con un consuntivo pari al +1,6%, maggiore sia del dato regionale (+1,3%), che di quello nazionale (+1,1%). Nel 2024 le previsioni sono meno rosee, con una crescita pari al +0,9% per Modena, al +0,7% per l'Emilia-Romagna e al +0,6% nel totale Italia.
Il consuntivo 2023 del valore aggiunto per settori di attività, vede un miglioramento soprattutto per le costruzioni, che raggiungono un incremento del 5,5%, risultato migliore anche per i servizi (+2,9%). L'industria riduce la perdita al -0,4%, mentre l'agricoltura volge in negativo (-0,5%). Nel 2024 il valore aggiunto dell'industria tornerà positivo (+0,3%), per poi migliorare ulteriormente nel 2025 (+1,0%), i servizi vedono un piccolo ridimensionamento della crescita che sarà pari all'1,6% in entrambi gli anni, mentre il trend diviene decisamente negativo per le costruzioni, con un -4,9% nel 2024 e un -7,6% nel 2025. L'agricoltura sarà di nuovo positiva nel 2024 (+0,8%).
Nel 2023 è migliorato anche il consuntivo dell'export (+4,3%) e dell'import (-0,1%), mentre il 2024 segnerà i risultati peggiori per le vendite all'estero (+2,1%) con un incremento delle importazioni (+2,7%); nel 2025 si prevede per entrambe una crescita moderata.
Nonostante i migliori risultati del valore aggiunto, sono stati rivisti al ribasso le tendenze che riguardano l'occupazione: infatti nel 2023 cala lievemente il numero degli occupati (-0,3%), la forza lavoro rimane costante e aumentano i disoccupati del 4,6% portando il tasso di disoccupazione al 5,3%, maggiore del dato regionale (4,9%), ma sempre inferiore al totale Italia (7,6%).
Nel 2024 si assisterà ad un miglioramento, con gli occupati che cresceranno del 2,3%, parallelamente ad un incremento della forza lavoro (+1,6%) e ad una diminuzione decisa dei disoccupati (-10,5%). Il tasso di disoccupazione scenderà di conseguenza fino al 4,7%.
La crescita del reddito disponibile è stata ritoccata al ribasso nel 2023 (+5,4%), così come i consumi (+2,0%); nel 2024 prosegue tale flessione, mentre nel 2025 risalgono i consumi, ma il reddito disponibile rallenta di nuovo la crescita.