Assunzioni in calo nel mese di aprile 2023
Unioncamere ha divulgato i risultati di aprile del Sistema Informativo Excelsior, indagine che rileva le previsioni di assunzione delle imprese, curata in collaborazione con l'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e le Camere di Commercio italiane.
L'elaborazione del Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio mostra un rallentamento delle assunzioni in provincia di Modena nel mese di aprile: sono previste 980 assunzioni in meno rispetto a marzo, pari ad una diminuzione del -15,6%. Il dato tendenziale rimane tuttavia positivo, con una crescita del +14,9% rispetto ad aprile 2022. Anche nel totale Emilia-Romagna le previsioni di aprile risultano in calo rispetto a marzo (-5,5%), con 36.400 nuovi ingressi, mentre nel totale Italia crescono del +6,0%, per un totale di 443.000 assunzioni.
Ritornando alla provincia di Modena, l'intero trimestre aprile-giugno si rivela pressoché stabile rispetto al trimestre precedente (+0,1%) con previsioni di assunzione pari a 18.310 posizioni, mentre risulta sempre positivo il confronto annuale (+8,8%).
Per le nuove assunzioni le imprese utilizzeranno all'incirca le stesse quote delle categorie contrattuali indicate nel mese precedente: la quota maggiore rimane per i contratti a tempo determinato (43,0% del totale) seguiti da quelli di somministrazione (24,0%), mentre più di un quinto saranno a tempo indeterminato (22,0%). Residuali le altre forme contrattuali, con gli apprendisti al 4,0%, i "co.co.co e altri contratti non dipendenti" al 5,0% e gli "altri dipendenti" al 2,0%.
Ad aprile ci saranno alcune variazioni nelle quote di lavoratori richieste dai vari settori economici: infatti l'industria manifatturiera passa dal 37,3% delle assunzioni totali rilevate a marzo, al 32,6% di aprile, rimanendo comunque il settore di punta della provincia. In calo anche la quota del commercio che scende al 10,4% del totale, mentre riprendono quota i "servizi alle imprese" che arrivano a più di un quarto delle assunzioni totali (26,8%). Anche i "servizi alle persone" crescono (10,2%), così come i servizi di "alloggio e ristorazione" (10,8%). Rimane pressoché stabile la quota di persone assunta dalle costruzioni (9,2%).
La suddivisione per gruppi professionali richiesti mostra la necessità delle imprese di reperire figure professionali più esperte; aumenta infatti la quota delle professioni tecniche (15,4% del totale), delle professioni intellettuali (5,7%) e delle professioni "specializzate nelle attività commerciali e servizi" (18,7%), mentre rimangono pressoché stabili le quote degli impiegati (8,5%) e dei "conduttori di impianti e macchinari" (19,7%). Calano invece le quote degli operai specializzati (18,4%) e delle professioni non qualificate (13,5%).
I titoli di studio seguono questo trend, con una crescita della quota dei laureati (14,9%) e dei diplomati (30,7%), mentre perdono di importanza la qualifica professionale (18,3%) e la richiesta di nessun titolo di studio in particolare (34,7%). Stabili gli ingressi degli ITS (1,5% del totale).
Data la ricerca di personale più qualificato, sono leggermente cambiate le caratteristiche personali preferite per i nuovi assunti: si ricerca personale più maturo, infatti solamente nel 31,6% dei casi sono preferiti i giovani fino a 29 anni, è gradita l'esperienza lavorativa nel 64,6% dei candidati e un'assunzione su due è di difficile reperimento (50,8%). A questo proposito le maggiori difficoltà di nel reperire personale si incontrano per gli "specialisti nella progettazione di applicazioni" (75,6% di difficoltà), per gli "operai specializzati in montaggio e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche" (72,4%), per i fabbri (68,7%) e per i "tecnici nella gestione dei processi produttivi" (65,8%).
Le aree funzionali in cui saranno impiegati i nuovi assunti sono piuttosto stabili, con il 41,5% inserito nella "produzione di beni ed erogazione di servizi", l'area tecnica e progettuale vede un 17,3% di ingressi quasi come la logistica (17,1%). Minor personale andrà nell'area "commerciale e di vendita" (13,7%), infine gli amministrativi si fermano al 6,4%, seguiti solo dall'area direzionale (4,1%).