Rallenta la diminuzione delle imprese femminili nel secondo trimestre
Rimangono pressoché stabili le imprese capitanate da donne in provincia di Modena: al 30 giugno risultano infatti 13.709 imprese attive che impiegano 40.398 addetti. Il totale imprese è in calo dello 0,1% rispetto a marzo, pari a sole 10 imprese femminili in meno. Lo conferma l’elaborazione del Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena sui dati Infocamere relativi all’imprenditoria femminile.
Il confronto con l’anno precedente è però ancora negativo, ma rallenta il trend in discesa: risultano infatti 113 imprese in meno, corrispondenti al -0,8%, resta perciò pressoché stabile la quota delle imprese femminili sulle imprese totali (21,7%), dato sempre superiore alla media regionale (21,4%).
I “servizi alle imprese” rimangono il settore preferito dalle imprese femminili attive, in cui opera quasi un quarto di esse (24,8%), in ulteriore crescita dell’1,0% rispetto a giugno 2023; il commercio perde invece attività economiche (-2,1%) e si ferma in seconda posizione (22,7% del totale), mentre al terzo posto si trovano i servizi alle persone (15,1%), che mostrano l’aumento maggiore (+1,8%). A parte le costruzioni che rimangono stabili, le imprese degli altri settori sono tutte in calo, come le industrie manifatturiere (-3,0%), l’agricoltura (-2,5%), e l’alloggio e ristorazione (-1,8%).
La diminuzione delle imprese femminili nell’industria manifatturiera è trainata al ribasso dai settori dove la presenza di donne è più radicata, come nel tessile abbigliamento (-4,6%), che vede così ridimensionare ulteriormente la sua quota (47,4%), scendono anche la “fabbricazione di prodotti in metallo” (-4,5%) e le “industrie alimentari e delle bevande” (-2,2%), portando le rispettive quote all’11,0% e all’11,6%.
Quasi due terzi delle imprese capitanate da donne opera come impresa individuale e la quantità rimane pressoché stabile rispetto a giugno del 2023. Risultano invece sempre in aumento le società di capitali (+1,2%) che raggiungono così quasi un quarto delle imprese totali, mentre accusano perdite sensibili le società di persone (-6,5%) e le “altre forme societarie” (-14,1%), la cui quota si riduce ulteriormente, diventando l’1,7%.