Movimprese: in lieve aumento la consistenza delle imprese registrate in provincia nel secondo trimestre 2020

I numeri fotografano la situazione di stasi verificatasi durante il lockdown con un crollo sia delle iscrizioni sia delle cancellazioni al Registro Imprese

I dati Infocamere sulla demografia imprenditoriale elaborati dal Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena mostrano che, dopo la forte diminuzione verificatasi nel primo trimestre dell’anno, torna positivo il saldo fra imprese iscritte e cessate in provincia di Modena, con un corrispondente incremento delle imprese registrate seppur di modesta entità.

Al 30 giugno 2020 infatti le imprese registrate ammontano a 72.404, contro le 72.246 del 31 marzo, pari ad un incremento congiunturale dello 0,2%.

Il saldo trimestrale tra le 601 imprese iscritte e le 417 imprese cessate (non d’ufficio) risulta positivo (+184 imprese), il corrispondente tasso di sviluppo è del +0,25% simile a quello regionale (+0,26%), ma inferiore al dato nazionale (+0,33%).

Tuttavia il lockdown ha avuto conseguenze importanti sulla movimentazione delle imprese, infatti le iscrizioni del secondo trimestre sono calate del 49,9% rispetto al primo trimestre 2020 e le cessazioni non d’ufficio scendono addirittura del 75,3%.

Se si considera l’andamento annuale dal 30 giugno 2019 al 30 giugno 2020 le imprese registrate calano però di 595 unità, pari ad una diminuzione dello 0,8%, il dato regionale risulta simile (-0,7%), mentre il totale Italia registra una diminuzione più contenuta (-0,4%).

I diversi tipi di impresa per compagine sociale mostrano una maggiore difficoltà delle imprese giovanili registrate, che calano del -3,6%, in discesa anche le imprese artigiane  (-1,4%) e pressoché costanti quelle femminili (-0,2%), mentre continua l’ascesa delle imprese straniere (+2,4%).

Contemporaneamente alle imprese registrate, calano anche le imprese attive, con una variazione tendenziale annua pari a -0,9%. La distribuzione per forma giuridica conferma la crescita per le società di capitali (+2,2%), mentre risultano in calo le società di persone     (-3,2%),  le ditte individuali (-1,5%) e le “altre forme societarie” (-2,0%).

Il confronto tendenziale delle imprese attive per macrosettori vede per la prima volta in difficoltà anche i servizi (-0,6%), ma i risultati più negativi si rilevano per l’agricoltura          (-2,1%) e per l’industria manifatturiera (-1,9%), mentre resistono le costruzioni (+0,2%).

Il dettaglio dell’industria manifatturiera evidenzia un andamento positivo nei settori non interessati dalle chiusure, ma che anzi, hanno avuto un incremento di vendite proprio in conseguenza dell’epidemia: sono in aumento le imprese chimiche farmaceutiche (+3,0%), la produzione di gomma e di plastica (+2,2%), l’industria alimentare (+1,2%) e la riparazione e manutenzione (+0,4%). Al contrario perdono il maggior numero di imprese l’industria del legno (-4,5%), la ceramica (-4,1%), il tessile abbigliamento (-3,8%) e la produzione di carta (-2,5%).

I servizi hanno andamenti molto differenti: si registrano incrementi di imprese nelle “attività finanziarie e assicurative” (+4,1%), nei servizi di “informazione e comunicazione” (+1,5%) e nelle “attività professionali scientifiche e tecniche” (+1,0%). Calano invece i settori maggiormente interessati dalle chiusure come il trasporto e magazzinaggio (-2,4%), il commercio (-2,0%) e le attività di intrattenimento e divertimento (-1,3%).

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pubblicato il 17/07/2020 ultima modifica 23/10/2023