Le crisi aziendali in provincia di Modena
Nel primo semestre 2018, in base ai dati di Infocamere, sono stati aperti in provincia di Modena 80 fallimenti, in calo rispetto agli 86 dello stesso periodo del 2017 (-7%); a livello nazionale si è registrato invece un calo pari al -4,7%. In provincia i fallimenti sono concentrati nel settore manifatturiero con 23 casi, nei servizi alle imprese, con 17 fallimenti, e nelle costruzioni con 15.
Nel medesimo periodo si sono aperte 5 procedure di concordato o accordi di ristrutturazione del debito, stesso numero di occorrenze riscontrato nel primo semestre 2017. Questi cinque accordi riguardano società attive nel manifatturiero (2), nel commercio, costruzioni e servizi alle imprese.
In Italia nel complesso si è registrata una netta flessione di queste procedure (-27,2% nel primo semestre 2018 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso).
All'inizio del 2018 le imprese presenti nel Registro camerale aventi procedure concorsuali in atto erano 1.241 con un calo annuale del -2,9%.
Gli scioglimenti di imprese e le liquidazioni volontarie registrate nei primi sei mesi del 2018 in provincia sono 544 contro i 484 dello stesso periodo dell'anno scorso; si registra pertanto un aumento consistente (+12,4%) e più accentuato rispetto alla dinamica nazionale (+3,8%).
I settori più interessati dal fenomeno a Modena sono i servizi alle imprese (128 casi), il commercio (109), il manifatturiero (82) e l'edilizia (81).
All'inizio del 2018 nel Registro Imprese di Modena si contavano 3.101 aziende in fase di scioglimento o liquidazione; rispetto ad un anno prima questo ammontare è calato del -5,3%.
Il tasso di sopravvivenza delle imprese modenesi appare piuttosto modesto. In base ai dati di Infocamere sulla movimentazione del Registro Imprese, risulta che a un anno di vita sopravvivono 80,7 imprese su 100 nuove aperture; a due anni di vita resistono 73,7 imprese su 100, a tre anni 67,9 imprese su cento. Rispetto a un anno fa è peggiorata di un punto la sopravvivenza a un anno, invece è migliorata di tre punti quella a tre anni di vita.
La mortalità delle neo imprese colpisce maggiormente le forme giuridiche più semplici come le ditte individuali (64,6% la loro sopravvivenza a tre anni) mentre mostrano una maggiore resistenza le società di capitali (74,7%) e quelle di persone (69,5%).
Tra le imprese classificate, quelle del settore agricoltura hanno il tasso di sopravvivenza a tre anni più alto (l'89,9% delle iscritte nel 2014 è ancora attivo a fine anno 2017); relativamente al di sopra della media la sopravvivenza delle imprese di trasporti e spedizioni (85,3% del totale ancora attive dopo il triennio). Le neo imprese più a rischio sono invece quelle del settore assicurazioni e credito, con un tasso di sopravvivenza a tre anni del 63%.