Demografia imprenditoriale: segnali incoraggianti nel secondo trimestre
I dati sulla natimortalità delle imprese in provincia di Modena, diffusi da Infocamere ed elaborati dal Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio, mostrano un quadro complesso, dove il saldo tra imprese iscritte e cessate non d’ufficio rimane positivo, ma l’attività amministrativa del Registro Imprese di cancellazione d’ufficio delle imprese non più operanti porta ad una diminuzione dell’ammontare complessivo delle imprese.
Nel secondo trimestre del 2024 si registrano 1.058 imprese iscritte e 640 imprese cessate non d’ufficio, che portano ad un saldo positivo di 418 imprese. Il corrispondente tasso di sviluppo è pari a 0,60%, maggiore sia del dato regionale che di quello nazionale, entrambi pari a 0,50%. L’analisi, tuttavia, risulta differente prendendo in considerazione il totale delle imprese cessate, portando ad un saldo negativo di 306 imprese nel trimestre.
Le imprese registrate al 30 giugno 2024 sono 69.774, in diminuzione dell’1,7% rispetto a giugno 2023 e mostrano un andamento leggermente più negativo sia del totale regionale (-1,5%) che del totale Italia (-1,2%). Rimane comunque buono il dato sulle nuove imprese iscritte nel semestre, che crescono del 12,3% rispetto allo stesso semestre del 2023.
Esaminando i diversi tipi di impresa per maggioranza dei soci, risulta positivo l’andamento delle imprese registrate straniere (+3,5%) e delle imprese giovanili (+3,1%), sono leggermente in crescita le imprese artigiane (+0,2%), mentre perdono quota le imprese femminili (-1,5%).
Rallenta inoltre la diminuzione delle imprese attive (cioè quelle che effettivamente hanno dichiarato l’inizio attività), risultano infatti 63.171 al 30 giugno 2024, in diminuzione dello 0,4% rispetto a giugno 2023, pari a 228 imprese in meno, mentre a giugno 2023 si registrava un calo del -1,8%. Tra le forme giuridiche rimangono pressoché stabili le imprese individuali (+0,1%), mentre prosegue il trend in salita delle società di capitale (+2,9%). Mostrano infine perdite consistenti le società di persone (-5,7%) e ancor di più le “altre forme giuridiche” (-17,3%).
Tra i macrosettori, solamente l’edilizia guadagna imprese attive (+1,5%), mentre le perdite maggiori si concentrano nell’industria manifatturiera (-2,0%) e nell’agricoltura (-1,8%), appare invece lieve la discesa per i servizi (-0,3%).
All’interno dell’industria manifatturiera aumenta il numero di settori che vedono un incremento di imprese attive, come la “produzione di mezzi di trasporto” e “l’industria chimica e farmaceutica” (entrambi +1,9%), seguiti dalla “fabbricazione di gomma e materie plastiche” (+1,5%) e dalla “riparazione e manutenzione” (+0,7%). Perdono invece imprese la “fabbricazione di mobili” (-9,1%), il “tessile abbigliamento” (-4,3%) e la “fabbricazione di carta” (-4,1%). Diminuiscono in modo meno marcato le imprese negli altri settori tipici della provincia come l’industria alimentare (-1,5%), la ceramica (-2,6%) e la metalmeccanica (-1,5%).
Nei servizi si trovano incrementi di imprese attive più diffusi tra vari settori, con punte nell’istruzione (+7,6%) e nelle “attività professionali, scientifiche e tecniche” (+3,8%). Le “attività finanziarie e assicurative” e il “noleggio e servizi di supporto alle imprese” crescono dell’1,7% entrambi. D’altro canto, i settori maggiormente in difficoltà risultano il “trasporto e magazzinaggio” (-5,1%) e il commercio (-1,8%).