La pandemia non ferma gli investimenti nel 2020, le imprese modenesi migliorano la propria attività
Continua la voglia di investire tra le imprese modenesi, anche se rallentata dagli effetti della pandemia, lo conferma l'indagine congiunturale di Uniocamere Emilia-Romagna, analizzata dal Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena.
Infatti, nonostante le difficili condizioni economiche e sanitarie, quasi la metà delle aziende provinciali dichiara di avere effettuato investimenti nel 2020, di esse la quota maggiore si registra nell'industria (55%), mentre il commercio e l'artigianato hanno valori inferiori (35%).
Tuttavia il quantitativo di risorse investite è risultato inferiore a quello del 2019, infatti scende al 28% la percentuale di imprese che affermano di avere incrementato gli investimenti rispetto al 2019, contro il 55% dell'anno precedente. Il commercio mostra risultati migliori, con il 52% che ha incrementato gli investimenti, buono anche l'artigianato (38%), mentre solamente un quarto delle imprese dell'industria manifatturiera dichiara di avere investito di più rispetto al 2019. Al contrario, quasi la metà delle imprese di industria e artigianato dichiarano una diminuzione delle risorse investite nel 2019 rispetto al 2020.
La destinazione di questi investimenti evidenzia come l'industria sia più concentrata verso l'acquisizione di nuovi macchinari (50%) o la sostituzione di macchinari già presenti in azienda (52%), molto buono anche l'acquisto di computer o software (42%), mentre è indicato in misura minore il miglioramento di prodotti esistenti (24%). Una minoranza ha introdotto nuovi prodotti (10%) o registrato marchi e brevetti (9%).
L'artigianato si concentra maggiormente sull'acquisto di macchinari innovativi (45%) piuttosto che sostituire macchinari già presenti in azienda (37%), ma ha una buona attenzione all'informatica (32%), al miglioramento dei prodotti esistenti (17%) e all'introduzione di nuovi prodotti (18%).
Il commercio, date le sue differenti prerogative, mostra priorità diverse: la maggioranza delle sue imprese rinnova la sede o apre nuove unità locali (56%), anch'esso si concentra sull'informatica (37%), ma anche sullo sviluppo della rete di distribuzione (36%). Nonostante i macchinari siano utilizzati meno rispetto all'industria, anche un quarto di imprese commerciali introduce nuove apparecchiature (26%).
Malgrado le restrizioni imposte dalla pandemia, non sono molte le imprese che si sono dotate di un sistema di e-commerce: tra le imprese industriali solamente il 7%, mentre nel commercio la percentuale sale al 15%. In entrambi i settori la maggior parte di esse ha gestito internamente la novità, senza servirsi di provider esterni.
Infine risulta discreta l'attenzione per l'ambiente, con il 19% delle imprese industriali che hanno cercato di ridurre l'impatto ambientale della loro attività. In tal caso l'attenzione maggiore si è concentrata sul risparmio energetico (61%), mentre in minima parte si è migliorato il riciclo dei rifiuti (15%) o la riduzione di CO2 (16%).
Per il commercio emerge una maggiore attenzione al riciclo dei rifiuti (21%), mentre le altre voci risultano simili alle imprese industriali.