Imprese in difficoltà per il "caro energia"
Dato il difficile momento per l'economia mondiale, con i prezzi dei materiali fossili alle stelle e la penuria di materie prime, Unioncamere Emilia-Romagna ha riproposto il focus dell'indagine congiunturale relativo al terzo trimestre 2022 sulle difficoltà che incontrano le imprese modenesi in questo particolare periodo economico.
I risultati sono piuttosto evidenti, la maggioranza delle imprese intervistate ha manifestato problemi riguardanti i rincari sia delle materie prime che dei prodotti energetici, mentre minori sono state le difficoltà per l'approvvigionamento dei semilavorati e delle materie prime.
Più nel dettaglio, quasi tutte le imprese dell'industria manifatturiera hanno dichiarato aumenti di prezzo dei prodotti energetici (94%), delle materie prime (97%) e dei semilavorati (91%). Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti energetici la maggioranza delle imprese si pone nelle fasce più elevate: per il 34% di esse gli incrementi vanno dal 25,1% al 50%, mentre per ben il 31% la crescita dei prezzi è oltre il 50%. Va un po' meglio per l'acquisto di materie prime, dove la quota preponderante di imprese (37%) si pone nella fascia di aumenti dal 10,1% al 25%, così come per i semilavorati (26% di imprese).
Difficoltà minori si incontrano per l'approvvigionamento: sia per i semilavorati che per le materie prime la maggioranza delle imprese industriali della provincia si posiziona nella prima fascia, cioè il 36% di esse ha incontrato difficoltà a reperire materiale fino al 10% del valore complessivo materie prime acquistate e il 25% di esse per i semilavorati. Nella seconda fascia, (dal 10,1% al 25%) si posiziona il 21% delle imprese per l'acquisto di materie prime e il 16% per l'acquisto di semilavorati.
Nelle imprese commerciali, generalmente meno energivore rispetto a quelle industriali, la percentuale che ha dichiarato aumenti dei prezzi dell'energia scende all'80%, per gli aumenti delle materie prime si riduce al 77% e per gli aumenti di semilavorati la quota è ancor più bassa (62%). Meno della metà hanno invece avuto problemi di approvvigionamento di materie prime (45%) e di semilavorati (38%).
Gli incrementi dei prezzi energetici rappresentano la criticità maggiore anche per le imprese commerciali: più della metà di esse si raggruppa nelle fasce di incremento maggiori, con il 35% che dichiara crescite oltre il 50% e il 23% dal 25,1% al 50%.
Gli incrementi dei prezzi delle materie prime sono più contenuti nelle imprese commerciali rispetto a quelle industriali, la quota maggiore (31%) si posiziona infatti nella fascia di prezzo dal 5,1% al 10%, mentre il 18% dichiara crescite dal 10,0% al 25%. Vi è un andamento peggiore per i semilavorati, che hanno la maggior concentrazione di imprese (28%) nella fascia di aumento dal 10,1% al 25%.
Anche per ciò che riguarda l'approvvigionamento le imprese commerciali hanno incontrato minori problemi rispetto a quelle industriali: il 33% delle imprese del commercio si posiziona nella fascia con difficoltà a reperire materiali fino al 10% del valore totale degli acquisti per le materie prime, nelle fasce successive rimangono pochissime imprese, per i semilavorati la percentuale di imprese scende al 26% nella prima fascia (fino al 10% del valore totale), con valori minimi nelle fasce successive.