Congiuntura industriale regionale in recupero
Unioncamere Emilia-Romagna: Fra aprile e giugno nel settore industriale in regione: produzione -2%, fatturato e ordini -2,8%. Sono valori in recupero rispetto ai primi tre mesi dell'anno. Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è di circa 3 mesi, il grado di utilizzo degli impianti è mediamente attorno ai tre quarti della capacità. È aumentato, +112, il numero delle imprese industriali e l'occupazione, +2.795 unità. Da gennaio a giugno esportati beni per oltre 42 miliardi di euro, in leggera flessione, -1,5%, rispetto al primo semestre 2023.
Intesa Sanpaolo: in calo la domanda di credito delle imprese in linea con il sistema nazionale. Per i finanziamenti all'industria un calo meno intenso del mercato italiano. Svolta per i mutui alle famiglie, di nuovo in crescita. Depositi delle imprese in aumento da inizio anno, resta alto il loro grado di liquidità, indicativo del rafforzamento finanziario conseguito nel tempo.
Confindustria Emilia-Romagna: Peggiora il clima di fiducia dell'economia regionale. Produzione ed export in frenata, specie verso la Germania. Tiene l'occupazione. Investimenti ancora al palo. Attese dalle scelte strategiche dell'Europa fondamentali per il futuro dell'industria
Nel dettaglio, la contrazione dell'attività industriale in regione, avviata già nella primavera 2023, si è alleviata. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno tra aprile e giugno il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell'industria in senso stretto dell'Emilia-Romagna è sceso meno rapidamente (-2%) rispetto a quanto era accaduto all'inizio dell'anno. L'andamento risente del rallentamento dell'attività economica in Europa e dell'elevata incertezza in ambito economico e geopolitico.
Il fatturato complessivo è diminuito del -2,8%, flessione attribuibile per oltre un terzo al rallentamento dei prezzi industriali. Il fatturato da ordini esteri è risalito portandosi al +0,3%. Gli ordini complessivi sono diminuiti del -2,8%, mentre quelli dall'estero sono rimasti sostanzialmente invariati. Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è di poco inferiore ai 3 mesi ed il grado di utilizzo degli impianti è sceso fino ai tre quarti della capacità.
Secondo l'indagine Istat, l'occupazione dell'industria in senso stretto dell'Emilia-Romagna nel secondo trimestre 2024 è aumentata lievemente rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso (+0,5%, +2.795 unità) salendo oltre quota 571.000 mila. In Italia nello stesso periodo l'occupazione dell'industria in senso stretto nazionale è diminuita dell'1%.
Il risultato positivo per l'industria in senso stretto regionale è il risultato di una forte caduta dell'occupazione autonoma (-18,5%, -9.720 unità), che è scesa a 42.694 unità, alla quale ha fatto da contraltare un buon incremento degli occupati alle dipendenze (+2,4%, +12.515 unità), che si sono attestati poco al di sopra di quota 528 mila unità.
L'andamento è stato determinato totalmente dall'aumento dell'occupazione maschile (+2,7%, +10.600 unità) che è salita quasi a 407 mila unità. Al contrario, l'occupazione femminile si è ridotta (-4,5%, -7.800 unità) scendendo a poco più di 165 mila unità.
Nel complesso dei primi sei mesi del 2024 le esportazioni della manifattura emiliano-romagnola rilevate a prezzi correnti sono risultate pari a 41.785 milioni di euro, corrispondenti al 13,9% dell'export nazionale, ma con una flessione dell'1,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Nel primo semestre 2024 l'export regionale di alimentari e bevande, che rappresenta quasi l'11% dell'export regionale, ha raggiunto i 4.523 milioni di euro con un aumento del 5,5%, che seppur inferiore all'andamento nazionale (+8,1%), ha fornito il secondo più importante contributo all'aumento dell'export regionale.
Circa le previsioni, secondo la stima elaborata a luglio da Prometeia in "Scenari per le economie locali", nel 2024, con la lenta ripresa della domanda estera e quindi delle esportazioni e la debolezza della domanda interna nazionale, il valore aggiunto reale prodotto dall'industria in senso stretto regionale subirà un nuovo arretramento, anche se più contenuto di quello dello scorso anno (-0,2%). Nonostante lo stop alla crescita della domanda interna italiana, nel 2025 la ripresa del commercio mondiale dovrebbe sostenere l'attività industriale e una ripresa del suo valore aggiunto (+1,5%).
Il 2024 dovrebbe chiudere con un valore aggiunto reale prodotto dall'industria superiore di solo il 9,5% rispetto a quello del 2007, il livello massimo precedente la crisi finanziaria del 2009.
Secondo l'analisi della Research di Intesa Sanpaolo, anche nel secondo trimestre 2024 il mercato del credito ha registrato un calo di domanda, nonostante il miglioramento dei criteri d'offerta. La debolezza della domanda è attribuibile al ricorso all'autofinanziamento, al rinvio delle decisioni di investimento e, in minor misura, ai tassi di interesse più alti. I dati fino a luglio mostrano che i prestiti alle imprese sono rimasti in riduzione in Emilia-Romagna, del -4,6% nel mese estivo, un risultato migliore a confronto con il secondo trimestre (-5,5%). L'andamento è in linea con il sistema Italia (-5,1% a luglio). I prestiti all'industria hanno continuato a segnare un calo meno intenso del mercato nazionale, del -3,9% a luglio in regione, rispetto al -6,8% a livello nazionale.
Indicazioni positive sono giunte dai mutui alle famiglie per acquisto abitazioni che hanno evidenziato una ripresa, sostenuta dal calo dei tassi d'interesse registrato già da inizio anno, in particolare del tasso fisso. In Emilia-Romagna le erogazioni di mutui sono cresciute del 5,2% nel secondo trimestre, interrompendo la fase di contrazione indotta dalla stretta monetaria del 2022-23. La tendenza dei mutui è coerente con l'evoluzione delle compravendite di abitazioni che nel secondo trimestre sono tornate in aumento anche in Emilia-Romagna, del +3,8% da -8,1% dei primi tre mesi dell'anno, un risultato migliore rispetto al +1,2% del mercato residenziale italiano.
Il minore ricorso al credito da parte delle imprese va visto alla luce della persistenza di un elevato grado di liquidità che ha sostenuto l'autofinanziamento a fronte dei tassi più alti e del clima di incertezza economico-politica. I depositi bancari delle imprese dell'Emilia-Romagna, dopo aver iniziato il 2024 con il ritorno alla crescita, hanno mantenuto un andamento complessivamente positivo nei mesi successivi. A luglio la variazione anno su anno è stata del +1,7%. In termini di flussi, nei primi sette mesi del 2024 l'utilizzo della liquidità in conto è stato inferiore al ricorso fatto nello stesso periodo dello scorso anno. Resta quindi ai massimi il cuscinetto di depositi delle imprese dell'Emilia-Romagna: fatto 100 il volume dei prestiti, i depositi delle imprese sono risultati pari al 74% nei primi sette mesi del 2024, rispetto al 69% dei due anni precedenti, quote ben più alte a confronto con un decennio prima (24% nel 2012), indicative del rafforzamento finanziario conseguito nel tempo.
L'Indagine semestrale sulle previsioni delle imprese, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con le Associazioni e Unioni Industriali della regione, evidenzia un forte raffreddamento rispetto ad inizio anno.
Il 29% degli imprenditori prevede un aumento della produzione da qui a fine anno, con un saldo ottimisti-pessimisti molto ridimensionato, che scende a 6,2 punti rispetto ai 16 di inizio 2024. Il 48% si aspetta un andamento stazionario. Negative anche le aspettative sull'andamento degli ordini dall'estero, attesi in crescita solo dal 21,7% delle aziende, con un saldo ottimisti/pessimisti di -0,4 punti (era 7,6 ad inizio anno). Migliore il clima di fiducia sull'occupazione, prevista in crescita dal 21,7% delle imprese e stazionaria dal 67%, ma il saldo ottimisti pessimisti scende a 10 punti rispetto ai 26,7 di gennaio.